Il futuro del vino italiano passa dal web e dal digitale

20.05.2016 - Tempo di lettura: 2'
Il futuro del vino italiano passa dal web e dal digitale

L’appeal dei prodotti italiani all’estero è forte, soprattutto quando si parla di cibo e vino, eppure superare i confini europei e farsi largo fra i competitor non è così semplice. Perché?

C’è chi parla di difficoltà nelle normative e di dazi e accise esagerati, chi dice che crediamo troppo poco nei nostri prodotti, chi sostiene che tante piccole realtà come quelle rappresentate da buona parte delle cantine italiane non abbiano forza e non siano abbastanza strutturate.

Qualsiasi siano i motivi del nostro perenne rimanere un passo indietro le possibilità non mancano e il web e l’e-commerce rappresentano una delle maggiori opportunità del momento. Dopo Amazon che ha da poco aperto il nuovo store dedicato al vino italiano nato in collaborazione con Vinitaly Wine Club, l’e-commerce del vino italiano di Vinitaly, anche Alibaba si prepara a spingere sui vini italiani per portare in Cina le nostre migliori etichette e raggiungere un pubblico numeroso – si parla di una classe media di 300 milioni di persone e di 688 milioni di cinesi attivi in Rete – sempre più interessato ad acquistare prodotti di qualità Made in Italy.

E mentre c’è chi fa squadra per entrare in questo mercato che ci vede un passo indietro rispetto alla Francia anche le politiche di promozione cercano di agevolare le PMI abbassando le soglie per i progetti finanziabili.

Non è tutto. E’ notizia dell’ultima ora la proroga dei termini previsti dal decreto ministeriale 20 marzo 2015, n. 293, recante “Disposizioni per la tenuta in forma dematerializzata dei registri nel settore vitivinicolo”. Risponde all’esigenza di consentire alle imprese del settore di disporre di un congruo periodo di tempo per adeguare i propri sistemi informatici e per acquisire maggiore pratica nel passaggio dai Registri Vitivinicoli Cartacei a quelli Digitali. La nuova scadenza è quindi il 31 dicembre 2016.

Secondo Renzi l’Italia è in linea con gli obiettivi di export che si è prefissata per il 2020, quando punta a raggiungere un fatturato estero di 7,5 miliardi di Euro solo per il vino, ma la strada da percorrere è ancora lunga.
Sarà l’e-commerce ad aiutarci? Non resta che superare i pregiudizi, rimboccarsi le maniche e sfruttare ogni canale.

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